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Incontro

Segni che lasciano il segno

Come il linguaggio modifica il cervello umano
Stefania Benetti, Roberto Bottini, Terrence Deacon, Francesco Pavani
La capacità di apprendere simboli linguistici e di organizzarli nel complesso sistema comunicativo che è il linguaggio umano rappresenta, probabilmente, ciò che più ci distingue dalle altre specie viventi. Ma il linguaggio umano non è sempre stato così come lo conosciamo oggi. Nel corso della nostra evoluzione, diverse forme comunicative si sono succedute. La specie umana ha sviluppato la straordinaria abilità di utilizzare rappresentazioni simboliche per comunicare e, allo stesso tempo, la capacità di utilizzare modalità linguistiche diverse, parlate e visive, e di apprenderne di nuove. I processi di sviluppo linguistico, nella specie umana e nel singolo individuo, hanno lasciato e lasciano tracce importanti nel cervello umano. Possiamo dire che proprio la nostra mente, nella sua forma e nella sua funzione, rappresenti un segno incomparabile dell’evoluzione e del divenire del linguaggio. In che modo, dunque, l’evoluzione linguistica ha reso il cervello umano diverso da quello delle specie animali più simili a noi? Cosa suggeriscono queste differenze sullo sviluppo del linguaggio? Quali segni lascia l’apprendimento di una nuova lingua nel cervello umano? La specializzazione cerebrale per il linguaggio varia in funzione delle modalità linguistiche usate? È possibile tracciare la relazione esistente tra lingue parlate e lingue segnate osservando le "impronte" che il loro apprendimento lascia nel cervello umano? Un dialogo appassionante ci conduce alla scoperta di ciò che la scienza ha imparato sulla straordinaria relazione esistente tra origine del linguaggio, evoluzione e sviluppo cerebrale nell’uomo.

Biografie

Stefania Benetti è ricercatrice post-dottorato al Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC) dell’Università di Trento. Laureata in Psicologia Clinica all’Università di Padova, si è specializzata in Cognitive Neuropsychology presso l’University College London e ha poi conseguito il dottorato in Psychological Medicine and Neuroimaging al King’s College di Londra. I suoi interessi scientifici includono la neurobiologia del linguaggio, l’integrazione dell’informazione multi-sensoriale e la plasticità cerebrale indotta da deprivazione sensoriale, con particolare attenzione a percezione visiva, linguaggio e plasticità nelle persone sorde.

Roberto Bottini è ricercatore post-dottorato al Centro Interdipartimentale Mente e Cervello dell’Università di Trento. Laureato in Psicologica Clinico-Dinamica all’Università di Padova, ha conseguito il dottorato in Antropologia ed Epistemologia della Complessità all’Università degli Studi di Bergamo. Ha condotto attività di ricerca presso la New School for Social Research di New York e l’Università di Milano-Bicocca. I suoi studi riguardano prevalentemente le basi neuro-cognitive di linguaggio, coscienza e pensiero astratto.

Terrence W. Deacon è professore di Antropologia biologica presso l’Università della California-Berkeley dal 2002. Ha insegnato nelle università di Boston e di Harvard. La sua ricerca integra lo studio della biologia evolutiva, delle neuroscienze e della semiotica allo scopo di studiare l’evoluzione della cognizione umana. In particolare, il suo lavoro si estende dalla neurobiologia cellulare e molecolare fino allo studio dei processi comunicativi di base dell'essere umano e degli animali, con un’attenzione specifica per l'aspetto linguistico. Il suo libro più importante è, probabilmente, La specie simbolica. Co-evoluzione di linguaggio e cervello(Giovanni Fioriti 2001).

Francesco Pavaniè professore associato di Psicologia sperimentale presso il Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC) dell’Università di Trento, dove dirige il laboratorio Cognition Across the Senses e coordina la scuola di dottorato in Cognitive and Brain Sciences. È membro del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento e dell’Integrative Multisensory Perception Action and Cognition Team al Centre de Recherche en Neuroscience de Lyon, in Francia. Si occupa dello studio dei processi multi-sensoriali, dell’attenzione e della percezione spaziale, con particolare interesse verso gli aspetti di percezione visiva e spaziale nelle persone con sordità profonda o con impianto cocleare. Nel suo recente contributo in Lingua dei segni, società, diritti (Carrocci 2016) ha trattato la relazione tra lingua dei segni, sordità e plasticità cerebrale.

Note

Sarà disponibile la traduzione in LIS
 

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Impressi nella mente
Da 11 a 19 anni
il 29 ottobre, alle 18:00
Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio
P.zza Matteotti 9
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Ingresso: Biglietti Festival
Prenotazione: consigliata