Ci sono segni di vita extraterrestre su Marte e nella nostra galassia? L’uomo potrà mai arrivare sul pianeta rosso? Questi sono alcuni degli interrogativi ai quali cercherà di rispondere la prima delle due missioni europee su Marte – ExoMars 2016 – realizzata dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), in collaborazione con la russa Roscosmos e con il primario supporto dall’Agenzia Spaziale Italiana. Ideata come progetto unico, ma con 2 lanci e 3 sonde differenti, la missione ExoMars ha ricevuto un fondamentale contributo dall'Italia, grazie al supporto dell’ASI, sia in termini strumentali e tecnologici che di ricerca. Tra gli strumenti made in Italy: DREAMS, ideato dall'INAF Osservatorio Astronomico di Capodimonte, AMELIA sviluppato dal CISAS-Università di Padova, e INRRI, il microriflettore laser realizzato con la cura scientifica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La stazione DREAMS (Dust characterisation, Risk assessment, and Environment Analyser on the Martian Surface) è costituita da un insieme di sensori (sviluppati in Italia, Francia, UK e Finlandia) utili per la misura di parametri meteorologici (pressione, temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, radiazione solare): studierà le condizioni ambientali e i campi elettrici sul pianeta nel periodo delle tempeste di sabbia. Tra le misurazioni, quella del metano nell'atmosfera marziana, probabilmente di origine biologica. INRRI sarà invece il primo bersaglio laser passivo sulla superficie marziana, l’antesignano di una serie di microriflettori, portati da futuri Lander o Rover, che formeranno un Mars Geo/physics Network (MGN) per misure di geodesia e Relatività Generale su Marte. Essendo uno strumento passivo potrà continuare a operare per molti anni dopo la breve vita del modulo di atterraggio; sarà quindi l’unico sopravvissuto della missione che prolungherà l’effetto positivo di ExoMars. Durante l’incontro a più voci, si dibatterà anche sulle conseguenze dell'eventuale scoperta di forme di vita extraterrestre e dei nuovi orizzonti per la ricerca e l'esplorazione umana dello spazio.
Biografie
Massimo Della Valle è direttore dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte INAF. Laureato in Astronomia a Padova nel 1983, ha conseguito un dottorato di ricerca nell'ex-Urss. Post-doc presso la SISSA di Trieste, è stato assegnista di ricerca all'European Southern Observatory, in Cile. Rientrato in Italia, nel 1995, ha lavorato presso il Dipartimento di Astronomia dell'Università degli Studi di Padova, all'Osservatorio Astrofisico di Arcetri e all'European Southern Observatory a Monaco di Baviera. Si occupa di esplosioni stellari per misurare le dimensioni dell'Universo. Collabora con Saul Perlmutter, premio Nobel per la Fisica del 2011.
Francesca Esposito è ricercatrice presso lIstituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Napoli e principal investigator dello strumento Dreams alloggiato sul lander Schiaparelli della missione robotica ExoMars, un'autentica sfida del futuro. Planetologa, laureata in Fisica presso l'Università Federico II di Napoli, ha conseguito un dottorato in Ingegneria Aerospaziale. Si occupa di ricerca nell'ambito dell'esplorazione spaziale del Sistema Solare ed è impegnata nello sviluppo di strumentazioni per applicazioni spaziali, con particolare riferimento ai sensori di polvere.
A cura di
Agenzia Spaziale Italiana, INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte