Nel corso della sua storia la Terra è stata ripetutamente colpita da corpi celesti vaganti nello spazio. Lo testimoniano le tracce che proprio tali eventi hanno lasciato: i crateri da impatto. Ce ne sono di piccoli, relativamente innocui e recenti, oppure grandi centinaia di chilometri e responsabili dei cataclismi che hanno portato all’estinzione di moltissime specie viventi, non solo i dinosauri. Si tratta dei casi più estremi di quel “cielo che ci cade sulla testa” cui siamo invece abituati: lo spettacolo delle stelle cadenti non intimorisce nessuno e, fuori dalle porte dei musei, fiorisce un ricco mercato di meteoriti per collezionisti e appassionati. Ma cosa lega delle montagne pericolosamente alla deriva nello spazio a dei sassi sbruciacchiati, le piogge di meteore agli iceberg spaziali nascosti nelle chiome delle comete? Quanto spesso accade che un corpo celeste cada sul nostro pianeta? Siamo tuttora a rischio di un impatto cosmico dalle conseguenze catastrofiche? Il tema degli asteroidi e delle comete che viaggiano su traiettorie a rischio di collisione con il nostro pianeta, per la sua stessa natura, non può prescindere dalla comunicazione con il pubblico. A febbraio 2013 un mini-asteroide di circa venti metri è esploso nel cielo della città di Chelyabinsk, in Siberia, e ha evidenziato la necessità di saper raccontare e recepire concetti quali gli incontri ravvicinati e le probabilità d’impatto, senza generare allarmismi ingiustificati. D’altra parte, la popolazione dei Near-Earth Objects (gli oggetti vicini alla Terra) ben si presta alla narrazione. La loro scoperta e il loro studio sono legati a vicende dai risvolti avventurosi, a volte comici, spesso drammatici. È una storia di scienza, esplorazione e alta tecnologia spaziale: in caso di bisogno ci affideremo ad essa per non fare la fine dei dinosauri.
Biografie
Ian Carnelli è responsabile del General Studies Program presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), con il compito di supportare la definizione delle future missioni spaziali europee. Attualmente è responsabile anche del progetto Asteroid Impact Mission, candidato ad una cooperazione con la sonda Double Asteroid Redirection Test della NASA. Laureato in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano, ha svolto attività di ricerca presso il centro aerospaziale tedesco DLR nel campo dell'ottimizzazione di traiettorie interplanetarie, prima di diventare membro dell'Advanced Concepts Team dell'ESA.
Ettore Perozzi è responsabile delle operazioni del Centro dellAgenzia Spaziale Europea dedicato al rischio asteroidale. Laureato in Fisica all'Università di Roma, si occupa di scienze planetarie, meccanica celeste, missioni spaziali, divulgazione scientifica e alta formazione. Ha lavorato all'Istituto di Astrofisica Spaziale del CNR, allAgenzia Spaziale Europea, allOsservatorio Astronomico di Parigi, alla Telespazio e, attualmente, è alla Deimos-Space. Ha studiato levoluzione a lungo termine delle comete, il moto della Luna, la struttura risonante della fascia degli asteroidi e degli anelli di Nettuno. Ha partecipato a numerosi programmi spaziali, tra i quali la missione Cassini/Huygens su Saturno, il satellite astronomico italiano BeppoSAX, lesplorazione di Marte, della Luna e dei piccoli corpi del Sistema Solare. È autore di articoli e libri di divulgazione scientifica. Lasteroide n° 10027 porta il suo nome.
In collaborazione con
Società Editrice Il Mulino Spa