Festival della Scienza

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Incontro

Nature immaginate

Come la scienza usa le immagini
Massimiano Bucchi, Elena Canadelli
Tra i segni con i quali la scienza è stata scritta nel corso della storia, le immagini hanno rivestito un ruolo centrale, spesso poco considerato. Cosa accomuna la doppia elica del DNA e la foto della Terra vista dalla Luna? Da dove proviene quell'immagine della fecondazione assistita vista mille volte sui giornali o in tv? Gli esempi che dimostrano come la dimensione visuale abbia avuto un impatto significativo sulle concezioni, le percezioni sociali e quelle culturali della natura sono molti. Così come le immagini divenute una convenzione visiva - e, in certi casi, una vera e propria icona - su temi quali, per esempio, l'evoluzione umana o la struttura dell'atomo. In molti casi, le stesse modalità di produzione dell'immagine non sono meno articolate di quelle che ne hanno accompagnato il successo popolare. Perché una rappresentazione visiva divenga uno stereotipo occorre, infatti, un concorso di saperi, attori, linguaggi espressivi e pubblici diversi. Galileo non avrebbe rappresentato la superficie lunare in un certo modo senza le competenze di disegno acquisite negli anni della formazione; il dodo, così come oggi lo vediamo, è frutto di singolari rimbalzi tra arte, scienza e letteratura; il cosiddetto "mostro di Frankenstein", metafora delle nostre più grandi paure di stravolgimento dell'ordine naturale, deve la sua fama, forse, più a un truccatore di Hollywood che all'originaria creatrice Mary Shelley.

Biografie

Massimiano Bucchi insegna Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento ed è stato visiting professor in numerose istituzioni accademiche in Asia, Europa e Nord America. È autore di libri editi in Italia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina. Tra le sue pubblicazioni più recenti Il Pollo di Newton (Guanda 2013, premio internazionale La Vigna, edito anche in Finlandia, Brasile, Corea, Francia Spagna e America Latina) e Per un pugno di idee. Storie di innovazioni che hanno cambiato la nostra vita (Bompiani 2016, terza edizione). Dirige la rivista internazionale Public Understanding of Science. Scrive di scienza e tecnologia per Repubblica e collabora con la trasmissione televisiva Superquark.

Elena Canadelli è assegnista di ricerca in Storia della Scienza all’Università di Padova. Associate Editor di Nuncius. Journal of the Material  and  Visual History  of  Science, si occupa di scienza  e  visuale, musei, rapporti tra scienza e immaginario. È  autrice  dei volumi Più  positivo  dei  positivisti. Antropologia, psicologia, evoluzionismo in Tito Vignoli (ETS,  2013) e Icone organiche. Estetica  della  natura  in  Ernst  Haeckel  e  Karl  Blossfeldt (Mimesis, 2006). Insieme a Stefano Locati, è autrice di Evolution. Darwin e il cinema (Le Mani, 2009).

 

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Nature immaginate
Da 16 anni
il 28 ottobre, alle 17:30
Galata Museo del Mare
Calata De Mari, 1
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Ingresso: Biglietti Festival
Prenotazione: consigliata